domenica 27 febbraio 2011

Fear and Loathing


Dopo un lasso di tempo più o meno consistente dall'ultimo intervento, torno con un'altra riflessione maturata dopo aver visto "Paura e Delirio a Las Vegas". Evito di recensirlo o raccontarlo per filo e per segno, sia perché non è quello che voglio fare, sia perché magari qualcuno che legge non l'ha ancora visto. Ragioni per cui mi limito a dire che si tratta di una pellicola grottesca incentrata sull'uso di droghe (quasi solamente alluginogene) e sulla distorsione della realtà. Il tema della droga non viene però trattato in modo pesante come in Trainspotting o Requiem for a Dream, bensì in modo quasi divertente, da commedia, a tratti. I due protagonisti ingurgitano, sniffano e si iniettano qualunque cosa sia classificata come stupefacente quasi come se fosse una cosa normale e assolutamente non dannosa. Ma il punto è un altro: i due fanno di tutto per estraniarsi dalla realtà, e quando quest'ultima di avvicina, sfuggirle senza voltarsi un attimo. "Banale", si può pensare, essendo un film sulla droga. E invece non è così scontato, secondo me. Loro sono sempre strafatti, vittime di allucinazioni e profonde alterazioni della realtà; quando sono lucidi (e notare che praticamente mai sono contemporaneamente lucidi) tentano sempre di fuggire dai disastri che vanno seminando in giro. Cambiano albergo, guidano per il deserto e tentano di evitare quanto più possibile contatti con gente "sana". Alla luce di ciò mi viene da pensare: fanno bene a scappare dalla realtà? Mi spiego meglio, onde evitare che questo dubbio venga frainteso. La vita ci offre quotidianamente grattacapi, delusioni e problemi, grandi o piccoli che siano (mi piace pensare che questa sia una questione geografica). Perché affrontarli? Perché essere dei "bravi cittadini"? E' forse un'etica comune che ci mantiene sui binari? Eppure c'è chi deraglia, e quello che mi chiedo è se sia giusto biasimarlo o meno. Sia chiaro, non voglio dire che gli eroinomani fanno bene a drogarsi, è un discorso metaforico, ovviamente. Noi tutti, molto probabilmente, righeremo dritti fino alla fine, agendo quanto più possibile nel rispetto di regole, norme e buona educazione. Ma è davvero giusto, ne vale davvero la pena? Certo è che se tutti iniziassero ad infischiarsene delle regole il mondo piomberebbe nel caos più totale, e ciò non sarebbe assolutamente un vantaggio per la razza umana. In parole povere, quello che voglio dire è che forse è meglio vivere un piccolo pezzo di paradiso artificiale in terra (non drogandosi, possibilmente, rimane sempre una metafora) che rimanere ligi e asserragliati dietro la speranza di un paradiso vero dopo la morte e senza mai assaporare qualche intermezzo di "paura e delirio".